La Maremma cantata, raccontata e sognata
Prima ancora di essere un luogo fisico reale, la Maremma è un luogo dell’anima, un concerto di canzoni popolari, una serie di poesie recitate a memoria, un’espressione loquace che sembra una bestemmia – Maremma impestata! A ricordarci che qui fino a non molti anni fa c’erano anche paludi e acquitrini, c’era la peste della malaria.
Ogni volta che questa terra viene citata, evocata o semplicemenete chiamata in causa, nella mente di molti si figurano immagini stilizzate: gli stivali da buttero maremmano, l’abbondante criniera dei cavalli, le distese dei campi che si perdono oltre l’orizzonte.
“E dimani cadrò, ma di lontano / Pace dicono al cuor le tue colline / Con le nebbie sfumanti e il verde piano / Ridente ne le pioggie mattutine”… così scriveva Giosuè Carducci in viaggio da Livorno a Roma nel lontano 1885, in Traversando la Maremma toscana. Nato in una frazione di Pietrasanta nel 1835, Carducci trascorre i primi quattro anni della sua vita a Bolgheri. Qui nasce il suo amore incondizionato per la natura incontaminata e la sua forza vitale.
Ma la Maremma è anche quella di “Tutti mi dicon Maremma, Maremma / ma a me mi pare una Maremma amara. / L’uccello che ci va perde la penna / io c’ho perduto una persona cara. / Sia maledetta Maremma, Maremma / sia maledetta Maremma e chi l’ama. / Sempre mi trema’l cor quando ci vai / perché ho paura che non torni mai.”
Una canzone popolare di inizio ‘800 cantata fra gli altri da Nada, Gianna Nannini, Giovanni Lindo Ferretti, Maremma Amara racconta di un’altra Maremma, una terra dura, di lavoro, di fatica, di amore e di morte.
Sarà perché qui ancora si respira
Cosa resta di questa terra oggi? Chiunque ci sia stato, chiunque l’ama, non può fare a meno di continuare a immaginare la sua Maremma. Per me che scrivo ad esempio è terra di boschi di sughere e di lecci a strapiombo sul mare, terme, agriturismi dove mangiare carne di cinghiale, filari di vite e cantine superbe. Quello che intendo dire è che ciascuno continua a venire qui in vacanza sentendola un po’ propria, questa landa dalle dimensioni sconfinate. Sarà forse anche perché da queste parti si è assistito meno all’imponente erosione del paesaggio naturale ai danni del cemento. Sarà perché qui ancora si respira.
Cosa fare e cosa visitare? 3 Idee per un weekend di qualità in Maremma toscana
Fatte queste premesse, veniamo ai consigli. Chi vi parla è stato in Maremma per un weekend in coppia da soli, in coppia con prole al seguito, con amici.
Di seguito non troverete un itinerario strutturato per un weekend nella Maremma toscana, ma semplicemente una serie di idee. Organizzare una vacanza da queste parti, anche di soli tre giorni, non significa soltanto prenotare la migliore casa vacanze, o farsi una mappa dei posti più instagrammabili.
Cosa visitare in Maremma? Partiamo del vino qui è parte integrante del paesaggio, dell’economia e, quindi, del lavoro. Molti maremmani sono impegnati in professioni legate all’agricoltura, che si tratti di coltivazione diretta o trasformazione.
1) Alla scoperta dei vini della Maremma: Tenuta Casadei a Suvereto
Tanti altri cittadini maremmani lavorano all’interno della filiera del vino – dalle enoteche che offrono una panoramica sui migliori vini della Maremma, alle cantine dei produttori diretti che organizzano visite guidate, degustazioni e molto altro.
Negli ultimi anni ad esempio sono nate anche proposte differenti, come glamping, fattorie didattiche ed altro in zona… ma il primo dei consigli che vogliamo darvi riguarda un’esperienza diversa. Una visita guidata presso Tenuta Casadei, un Organismo Agricolo dove si coltiva seguendo i precetti della Filosofia Biontegrale.
Ci troviamo a pochi passi dal borgo medievale di Suvereto, nella zona delle colline metallifere, ad alta vocazione vinicola. Qui Stefano Casadei e Fred Cline, un toscano e un californiano, hanno dato vita a qualcosa di straordinario.
Hanno impiantato qui vitigni internazionali di alto profilo, come Cabernet Franc, Petit Verdot, Viognier, Sauvignon, Semillon. Cosa significa BioIntegrale, potete vederlo direttamente sul loro sito. In sintesi possiamo dire che è un metodo di produzione che va oltre il biologico.
La fattoria, nel suo complesso, viene concepita come un unico essere vivente, un organismo agricolo appunto. Le piante erbacee, gli antichi alberi da frutto, le aromatiche, le orticole, i fiori, gli insetti, gli animali da lavoro e quelli da compagnia – tutti collaborano alla realizzazione del prodotto finale. Tra i filari passano i macchinari agricoli trainati da cavalli, le operazioni agricole vengono compiute senza l’ausilio di motori a scoppio.
A seconda della stagione, previa prenotazione, si possono fare visite guidate ed esperienze molto interessanti. Si va dalle semplici degustazioni, al classico picnic in vigna, alle passeggiate a piedi o a cavallo a spasso tra i filari, “alla scoperta della filosofia BioIntegrale e del mirabile mondo della biodiversità”.
2) Il mare segreto in Maremma: il promontorio di Populonia
Non lontano da Suvereto si trova il Golfo di Baratti, conosciuto soprattutto per il mare d’estate. Oltre le classiche spiagge ferrose di Baratti, qui una delle cale per cui vale la pena farsi un po’ di strada a piedi è sicuramente la Buca delle Fate. Un’incantevole caletta a cui si accede tramite il sentiero che passa attraverso un antico bosco di lecci. Una camminata di circa mezz’ora sulle strade battute dagli etruschi, che qui a Fuflunia (l’odierna Populonia) avevano base. Si arriva ad una spiaggia dove l’acqua è cristallina, dove la vegetazione e le rocce disegnano un paesaggio idilliaco. Attenzione però, qui non ci sono bar o bagni pubblici. Prima di partire è bene attrezzarsi con acqua fresca, viveri, e tutto il necessario per un’escursione nel mezzo della natura.
Chi invece preferisce un’esperienza diversa, magari noleggiando un gommone o facendosi portare da un taxi boat, nel promontorio di Populonia potrà andare alla scoperta di alcune vere chicche. Le acque verdi smeraldo di Cala Buia valgono sicuramente la gita. Proseguendo più a Sud, dopo la Buca delle Fate, incontriamo Cala Orsola e Cala Spero, altri due gioielli dove vale la pena fermarsi. Sono accessibili anche tramite sentiero, ma sono cale poco frequentate. Se invece cercate calette raggiungibili solo via mare e ancora più ‘pulite, vi consiglio di arrivare fino a Cala del Toni, e concludere lì il vostro giro in barca in Maremma. Specialmente chi ama le immersioni in apnea o semplicemente lo snorkeling, troverà qui una ricchissima varietà di flora e fauna acquatica.
3) Terme in Maremma: a Sassetta per un’esperienza immersiva
Le Terme di Sassetta (La Cerreta – Biodynamic farmhouse) sono il giusto mix tra natura e cultura del servizio – una struttura termale immersa nel bosco in grado di offrire servizi differenziati. Tutto comincia dal paesaggio, non siamo dentro un bosco qualsiasi, ma dentro una foresta di sughere. Piante dal profilo suadente, dalle forme e dai colori intriganti.
Ci troviamo a Sassetta, uno dei comuni con minor densità abitativa nella provincia di Livorno, nella Maremma settentrionale. 30 chilometri quadrati di estensione e meno di 500 abitanti in tutto. Le terme di Sassetta spuntano all’interno del Parco forestale di Poggio Neri ed offrono un’esperienza unica ed immersiva. A partire dalla policy: obbligatorio anche qui prenotare, per l’ingresso a numero limitato, a garanzia della magia dell’atmosfera. Ambiente pulito e rilassante, piccolo ristorante con produzioni healthy e saporite, basate su ingredienti biologici a filiera cortissima.
L’esperienza a Sassetta è immersiva anche sulla base della composizione delle acque termali: solfati, calcio, minerali ed oligo-elementi le rendono potenti per tutte quelle applicazioni terapeutiche legate al sistema muscolo-scheletrico.
Il nostro piccolo weekend maremmano finisce qui… ma prima di lasciarci vogliamo svelarvi un ultimo segreto: siete curiosi di sapere cosa si vede nella foto in alto, all’inizio di questo articolo? Sono piante e fiori di carciofo selvatico fotografati ad inizio giugno in Maremma!