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Le ricette raccontate di Giuseppe Toscano: i fusilli di Sant’Umile

In provincia di Cosenza esiste un paesino, di nome Bisignano, che ha dato i natali a Sant’ Umile. Purtroppo il 14 febbraio del 2010 la Collina della Riforma, su cui domina il Santuario di Sant’Umile, è stata interessata da un movimento franoso che ne ha compromesso l’agibilità.

Grazie all’attivissimo gruppo Amici di Sant’Umile e al coordinamento da parte dei Frati Francescani, il Santuario ha ricominciato a rivivere affrontando quotidianamente molte sfide.

Oggi è diventato molto difficile acquisire le risorse necessarie per continuare il processo di risanamento del Santuario, ma i Frati Francescani ne inventano veramente di tutti i colori.
In prossimità delle feste pasquali hanno avuto un’idea che ritengo fantastica, non solo per lo scopo finale, ma soprattutto per il contesto sociale e aggregativo. Hanno pensato di coinvolgere molti ragazzi, paesani e devoti del santo, che sotto l’esperto occhio delle massaie del posto hanno prodotto fusilli calabresi, detti anche Maccarruni al ferretto, perché lavorati con un particolare ferro.

I fusilli sono un tipico primo piatto calabrese, prodotti principalmente con farina 00, acqua, sale e uova. Sono considerati la pasta della domenica, quando ognuno, avendo più tempo a disposizione, collaborava dando del suo. Infatti ogni ricetta fatta con passione richiede tempo e soprattutto forza lavoro. Il procedimento per realizzare i fusilli è molto simile a quello di una qualsiasi pasta fatta in casa, ma differisce nella fase finale dell’elaborazione.

Ricetta Fusilli Calabresi Fatti in Casa

1) Si dispone a fontana la farina;
2) si ripongono nel centro le uova ed il sale;
3) si impasta il tutto aggiungendo l’acqua necessaria per far incorporare tutta la farina;
4) infine si lascia riposare, in modo che la pasta risulti facile da lavorare;
5) trascorso il tempo necessario affinché la pasta raggiunga la consistenza desiderata, si ricavano dei cilindretti lunghi 4-5 centimetri e dal diametro di circa mezzo centimetro;
6) si mette nel centro del cilindro ottenuto il ferretto e con la pressione circolare del palmo delle mani, che divergono verso l’esterno, si producono i fusilli.

Ogni paese ha la sua variante: si può usare la farina di semola, si può evitare di utilizzare le uova, c’è chi utilizza il ferretto per ricamare la calza, chi il ferretto ricavato dall’ombrello o il rametto di salice…
Anche se la salsa d’accompagnamento è rigorosamente di pomodoro, esistono le varianti con la carne di maiale, con la carne di pecora, con la ‘nduja, con la ricottina affumicata

Sabato 16 marzo, sono stati impiegati 100 kg di farina 00, 400 uova, acqua, sale, olio extravergine di oliva e tanta, ma veramente tanta, passione.

La pasta ottenuta è stata donata in beneficenza la domenica successiva presso la Chiesa di Sant’Antonio da Padova a Rende (Cs), ed il ricavato è stato devoluto totalmente per la ricostruzione ed il completamento del Santuario di Sant’Umile.

Nel caso foste interessati alle iniziative che ivi si tengono, vi invito a visitare il sito www.santumile.com.

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