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Prodotti tipici e ricette dell’Isola del Giglio

Panficato

In un paese ricco di tradizioni enogastronomiche come l’Italia, non stupisce che anche nelle piccole isole nostrane si riescano a trovare interessantissime tipicità culinarie che rappresentano una piccola esclusiva del luogo.

E’ il caso dell’Isola del Giglio, piccola perla situata all’interno del complesso di isole dell’Arcipelago Toscano, che offre al visitatore uno splendido colpo d’occhio fin dal suo arrivo a Giglio Porto, zona di attracco di traghetti ed imbarcazioni.

Visitare il Giglio è un’esperienza da non sottovalutare, qui troverete moltissime opportunità per staccare la testa dal lavoro e dal grigiore delle città, grazie agli splendidi panorami costieri, alle spiagge (potete trovare quelle grandi e sabbiose, fino alle piccole calette che solo in pochi conoscono) con acque limpide e cristalline, ma anche interessanti sentieri, un tempo utilizzati per il trasporto di merci e bestiame, ora diventati un ottimo modo per realizzare delle attività di trekking e scoprire un lato nascosto di quest’isola.

Panficato

Sempre più turisti desiderano visitare il Giglio per trascorrere un soggiorno durante le ferie estive, ma anche in periodi differenti e fuori stagione, in quanto il mare d’inverno sa rigenerare come poche altre cose (non è difficile arrivare via mare, qui ad esempio trovate tutte le informazioni utili su come arrivare al Giglio).

Come detto, però, non è solo il paesaggio a conquistare il visitatore, in quanto la cucina locale risulta essere molto interessante e ricca di prodotti e ricette da provare.

Isola del Giglio

Volete provare un dolce tipico della zona? Sicuramente dovete provare il Panficato! Se vi sembra di aver notato una certa somiglianza con il nome del Panforte, è perché questi due dolci si somigliano in parte e hanno una provenienza comune, che è quella della zona del Senese.

Storicamente parlando, la ricetta del Panficato nasce come conseguenza di una triste vicenda risalente alla metà del ‘500, periodo in cui il celebre pirata Barbarossa assalì l’isola depredandola e deportandone quasi tutti gli abitanti.

In seguito fu la nobile famiglia dei Medici, che aveva preso il controllo territoriale dell’Isola, a decidere di ripopolare la zona, servendosi soprattutto di toscani provenienti dalla zona senese. Proprio i nuovi abitanti del Giglio decisero di ricreare una ricetta che fosse la più simile possibile a quella del loro Panforte, ma riadattandola con quello che il territorio poteva offrire loro… Ecco da qui la genesi del dolce del Panficato, che altro non è che una pagnotta dolce cotta in forno e realizzata con prodotti del territorio, come fichi secchi locali spezzati e bolliti, noci, mandorle, nocciole, pinoli, marmellata (la migliore sarebbe la confettura d’uva), cioccolato, cacao amaro, farina, zucchero, cannella e del vino rosso.

Il dolce lo troverete facilmente in tutte le pasticcerie dell’Isola, ma se vi capiterà di conoscere qualche abitante gigliese, non sarà difficile che ve ne offrano un pezzetto, dato che il consumo è soprattutto domestico.

Se volete gustarvi un pezzo di Panficato (che risulta essere un dolce molto consumato soprattutto nel periodo pasquale), la cosa migliore è accompagnarlo con dell’ottimo vino locale, l’Ansonaco.

Questo vino risulta essere un bianco fermo e secco dal colore quasi ambrato, che nasce da vigneti di uva Ansonica situati in terrazzamenti a picco sul mare. Sicuramente si tratta di un vino ottimo al palato, che da il meglio di se, oltre al Panficato, con carni bianche e pesci, di cui le coste del Giglio hanno davvero grande abbondanza.

Ovviamente non è solo il vino ad essere realizzato con queste uve… se volete portarvi via un ricordo dell’Isola, vi consigliamo di prendere una bottiglia di grappa locale di uva Ansonica (ne esistono di varie versioni, dalla classica bianca fino a quella al miele, al mirtillo o al rosmarino). Per gli amanti degli amari non perdete l’occasione di provare l’Aegilum, realizzato con erbe officinali e aromi naturali.

Se volete gustarvi un buon piatto di pesce sicuramente questo è il luogo che fa per voi; tra le tante ricette che vi consigliamo di provare, e che sicuramente vi verranno proposte presso i ristoranti dell’isola, vi consigliamo di provare il pesce in scabeccio, specialità locale (ma presente anche nella tradizione culinaria di altri luoghi di mare come la Liguria) che veniva realizzata come metodo di conservazione dei pesci, soprattutto quelli poveri che provenivano dai pescatori del luogo; si tratta semplicemente di infarinare e friggere piccoli pesci come triglie e acciughe, per poi successivamente metterli in un contenitore di vetro lasciandoli a marinare almeno 48 ore in una salsa fatta utilizzando aceto, aglio, rosmarino e peperoncino. Questo metodo era davvero utile soprattutto nel passato, quando i frigoriferi non rappresentavano ancora la quotidianità, e non si aveva grandi mezzi per poter conservare a lungo i prodotti.

Palamita alla gigliese

Se volete gustare altri piatti di pesce, vi consigliamo sicuramente di provare il tonno locale, conservato sott’olio e cotto in padella, accompagnato con un’insalata fatta con pomodori, sedano e cipollotti (ma vanno benissimo anche le patate), e la Palamita alla gigliese (si tratta di un pesce azzurro, chiamato anche con il nome di Sarda mediterranea) che si cuoce lessandola in acqua insieme ad arance, limone e sedano, e con una successiva marinatura in aceto.

Interessante anche la versione gigliese del famoso Caciucco conosciuto soprattutto a Livorno, e classica zuppa fatta con pesci poveri, molluschi, crostacei, salsa di pomodoro e crostini abbrustoliti.

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